41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo

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Un Sogno Ad Occhi Aperti...

martedì 24 ottobre 2017

Palermo International Half Marathon - Una Lezione di Umiltà

Palermo e l'autunno, un rapporto controverso!
(grazie ultramaratone, maratone e dintorni su FB)
Palermo, 15 ottobre.

Dell'autunno, nessuna traccia.
Anzi, domenica scorsa era la giornata ideale per andare al mare, aria lievemente fresca ed un sole potente che potevi abbronzarti tranquillamente.
Conosco molta gente che soffre con il freddo, non è il mio caso se si tratta di gareggiare.

Al contrario, dopo quest'ultima esperienza in gara lungo i viali alberati di casa mia, è bene iniziare a considerare l'idea che con il caldo non posso più scherzare, o almeno devo tenere in seria considerazione questo problema.
Perchè non si tratta di semplice allenamento, non gestisco più il caldo fisiologicamente come un tempo e capita sempre più spesso un calo netto, repentino, della prestazione.

Da circa due settimane avevo incrementato il chilometraggio settimanale, poco sotto i 20 Km giornalieri ed un antipatico raffreddore mi aveva frenato per un'intera settimana.
Tutto lavoro perso ovviamente, ma sono cose che capitano.

Avrei preferito incrementare volentieri il chilometraggio anche a settembre ma praticamente la vita qui in Sicilia (per l'invidia di molti ma fino ad un certo punto) è caratterizzata da tante belle giornate soleggiate ed una fresca brezza mattutina.
Quando ho a che fare con l'umidità elevata e le temperature miti di inizio estate (anche a novembre), correre diventa molto ma molto complicato per me.
Ho sempre sopportato il disagio rendendolo una corazza di difesa quando era il momento di esprimere il meglio di me in gara, magari con temperature decisamente più idonee alla corsa.

Non a caso quando ho corso in America ed in Canada ero uno dei pochi ad aver trovato vantaggio da condizioni meteo comunque difficili: in tanti lamentavano un gran freddo e congestioni polmonari, mentre io concludevo le mie fatiche "leggermente" sudato!
Bei ricordi, con tanti allenamenti disagiati sulle spalle e chilometri di fatica iniziati ad agosto.
Oggi, con tanti aspetti della vita cambiati, non so come potrei fare ad iniziare una preparazione di lunga distanza in agosto.
I ritmi di vita non sono più quelli di una volta, al mattino non posso più permettermi di pensare solo a me stesso...

Detto ciò, capita qualche episodio in cui riesco a correre davvero forte, come domenica 8 quando il Prof. Liga mi fa correre in compagnia di altri due runners all'interno del Parco, protetti dai raggi solari grazie ai tanti alberi di pino.
Il suo volere è: pochi chilometri, recupero ampio e ritmi elevati e chi non è d'accordo con lui può tranquillamente tacere perchè io sono dalla sua parte.

Così mi lancia delle ripetute alle 09:30 del mattino con un'aria freschissima di 2 x 2.000m (R.4') + 2 x 1.000m + 3 x 500m (R.3').Avevo i miei partner di allenamento avanti diverse decine di metri e, con il loro aiuto mi sono spinto oltre i miei limiti (ultimamente anche mentali) ed ho tirato fuori un ottimo allenamento.
6'15" + 6'08" + 2'54" + 2'53" + 1'23" + 1'24" + 1'20".
Chi corre al Boschetto in favorita e conosce il giro da 500m in sterrato conosce le difficoltà dettate dal fondo irregolare e dall'insidiosa salita.
Il giro non è esattamente da 500m ed il GPS parla di circa 30m in meno, che circa coincide con la traccia misurata con la rotella metrica.
Fatto sta che non è necessario urlare al miracolo, ma correre in 1'20" sul giro secco non è cosa da poco e raramente mi era mai capitato.
Il tutto grazie alla "spinta" e lo stimolo del condividere la fatica insieme.

Unendo uscite di fondo lento di circa 1h20' (sempre intorno i 4'00"/Km o poco sotto, dipende dalle giornate e possono essere anche 3'50") perchè con il caldo non riesco a far di meglio, avevo pensato che correre un test a Palermo sulla distanza autunnale principale non sarebbe stata una cattiva idea.

Bibi, sempre coraggioso e combattivo, starà male a fine gara
Decido quindi di partecipare alla Palermo Half di domenica 15 ottobre.

Durante la settimana non ho operato uno scarico particolarmente importante perchè quella doveva essere una tappa di passaggio per la Mezza Maratona di Riposto prevista per giorno 29 ottobre, con percorso più veloce e (spero) più frescura, ma dei buoni riscontri mercoledì 11con un semplice 10 x 400m (R.1') su pista dopo una lunga giornata di lavoro, tanto stress ed alla luce dei riflettori mi davano ottimismo.
Sudato come non mai per via dell'alto tasso di umidità, chiudo l'ultima ripetuta in 64" come da molto tempo non capitava.

Ero ottimista per domenica 15, pacatamente ottimista, ecco perchè volevo stare incollato ai pretendenti alla vittoria.
Purtroppo la giornata partiva sotto i peggiori auspici per me: cielo sereno, bel fresco al mattino ma sole ben caldo.
E partenza alle ore 10:00.
Aspetti da non sottovalutare mai più.

Sottovalutando il reale pericolo, parto in testa con i migliori, i marocchini Haji, Cherkaoui e l'amico Bibi che soffriva di un consistente mal di gola e raffreddore.
Terminata la gara starà male per giorni ed il malanno peggiorerà...
Insieme a noi si unisce un giovane islandese, capogruppo di una delegazione di turisti in visita podistica alla nostra Città, tutti runners esperti.
L'organizzatore dell'evento si vanta (con ragione) di averli portati qui, io scoprirò a posteriori di aver corso con un discreto talento.

Nelle prime battute scopro subito chi è più in forma di tutti: è Haji che continuava a rilanciare l'azione, con Cherkaoui coperto e passivo e Bibi, sempre coraggioso, a porsi avanti ma senza graffiare.
Si correva comunque molto forte e, seppur posizionati erroneamente i cartelli chilometrici, leggo 9'22" ai 3K, 15'50" ai 5K, senza particolare sofferenza.

Non era così ma dovevamo essere intorno i 3'12"/Km.
il GPS personale (preciso anche stavolta) mi avrebbe segnalato circa 150m in meno ai 5K, "recuperati" sull'altro parziale di 10K.
In quel tratto la pendenza era a nostro favore e l'aria era ancora fresca ma io puntualmente iniziavo a sudare maledettamente.
Entrati nel tratto pià duro del Parco della Favorita, provo a stare rilassato ma i raggi solari colpiscono nelle aree poco protette dagli alberi e sul lungo rettilineo in falsopiano entro in fatica.
Terminato il tratto più difficile nello splendido silenzio dei nostri passi, inizia un tratto in discesa e lì mi stacco dal gruppetto che si era formato, costituito dai tre marocchini e, staccato di 50m, del giovane islandese.

Passaggio a metà gara, foto Trinacria Palermo
Il ragazzo corre con molta naturalezza ma non riesce ad essere incisivo, quasi come se non volesse soffrire più di tanto.
In quel momento, invece, stringevo i denti e capisco che la vita me la sarei complicata di lì in avanti.

Il Parco della Favorita non proprio come Central Park: i newyorkesi sono considerati dei "pazzi" perchè corrono tutti fortissimo alla partenza o i primi chilometri ma li capisco perchè nel loro parco cittadino hanno delle pendenze assurde ed ogni gara è ricca di saliscendi molto ma molto muscolari.
A Palermo queste pendenze sono più morbide ma restano comunque "assassine" quando devi affrontarle in gara.
Non ricordo un solo episodio nel quale questi percorsi mi abbiano mai graziato...

Così, una volta affrontati diversi saliscendi del percorso molto tecnico e superata l'ultima pendenza caratterizzata dall'ingresso a Villa Niscemi, ho affrontato i circa due chilometri di discesa che riportavano alla porta d'ingresso dello Stadio.
Il giro a metà gara dice 36 minuti e spiccioli ed ero "squagliato" ed in apnea.
Non si spiegava, ma la realtà è che in quel momento stavo patendo un caldo anomalo e desideravo tornare al riparo sotto gli alberi per poter sperare di tenere costante il ritmo.

L'islandese spariva magicamente dalla mia vista, era ormai il mio punto di riferimento da molti chilometri e, senza pormi un perchè, avanzavo.
Dietro, molto distanze, il ragazzo che mi ha battuto nelle 10K estive, Nicola Mazzara, soffriva più di me: poteva sceglierne un'altra mezza maratona per provare l'esordio sulla distanza!

Rientrato nel lungo falsopiano, ancora più pendente, scorgo da dietro la sagoma del giovane Arnar che con la solita rilassatezza era inspiegabilmente staccato di un centinaio di metri.
Si sarà fermato "in bagno", ma come previsto, riassorbe il distacco in meno di un chilometro.
Mi affianca: lui era a suo agio ed io annaspavo cercando di scorgere la fine della pendenza infida che non è altro quella in direzione Mondello.

Forse rifiata o forse non ne vuol sapere di faticare, al termine della salita, nuovamente il giovane Nazionale Islandese mi stacca e se ne va via con enorme scioltezza.
Sto lì a guardare, l'unica cosa bella è il silenzio del Parco che riesco ad udire il suono degli uccellini.
I colori sono splendidi, le lenti LST Active li esaltano e provo con tutte le mie forze a non pensare alla fatica.

Passo di lato al Boschetto, c'era il Prof che osservava sia me che i ragazzi in allenamento e mi sprona, con il suo urlo caratteristico e vigoroso.
Nulla può, ormai penso solo ad arrivare e così farò, al 5° posto assoluto in 1h17'18", quando Haji vincerà con un ottimo 1h09'24", considerate le difficoltà.
Arnar Petursson chiuderà in 1h15'44", poteva fare molto meglio ma forse è venuto a Palermo per godersi il mare di ottobre.

Per farla breve, recuperata la disidratazione e l'attesa delle premiazioni di categoria con la mia gioia in braccio, torno a casa surriscaldato.
Prenderò una botta di calore che a stento smaltirò nella tarda serata.
Bibi starà male senza poter dormire per altri quattro giorni.

Beh, meglio voltar pagina!

2 commenti:

Francesco ha detto...

Ma sei arrivato quinto, direi bene!

Filippo Lo Piccolo ha detto...

Ciao Francesco, grazie per l'incoraggiamento!
Apparentemente può sembrare un buon 5° posto, ma il crollo a causa del caldo e del periodo non proprio rilassante è stato verticale.
Il mio pregio, oltre che il mio difetto è di non arrendermi mai alle difficoltà della vita e, ne sono certo, posso fare molto meglio.
L'importante è andare avanti senza voltarsi o, come fanno tanti prodi parolieri, astenersi dalle gare solo perchè la condizione di forma non è quella massimale.

Buone corse!

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)
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