41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo

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Un Sogno Ad Occhi Aperti...

venerdì 20 giugno 2014

La Dura Risalita

La riscoperta dei sacri valori dello sport, sacrificio,
impegno, passione, in cima alla vetta...
Palermo, giugno 2014.

Mesi ad affrontare diverse difficoltà senza mai abbattersi, settimane trascorse ad accumulare un piccolo bagaglio di chilometri per iniziare un nuovo percorso di vita sportiva, entusiasta più che mai di ricontattare il Coach e dirgli che il peggio è passato, quando ancora un altro intoppo si acclude tra la mia determinazione ed il mio cammino verso la ripresa.

Non è facile, anche quando sai bene che la strada in salita è la migliore che stai per affrontare, ricca di dolori, patimenti e sofferenze fisiche che sai bene di conoscere ma che il riposo ha frettolosamente rimosso dalla memoria storica delle tue gambe.

Ma con il carattere che mi ritrovo non mi abbatto e lo ammetto, ho bene a mente i doveri e le promesse fatte a chi continua a starmi vicino nonostante in quasi un anno di inattività non mi ha visto più concludere una gara.

Eh si, perchè stavolta sono il primo a dirlo chiaramente che le mie speranze di risolvere velocemente ormai antichi problemi fisici si erano infrante sulle spiagge di Santa Caterina dello Jonio quando, lo scorso anno, una ennesima contrattura pose parzialmente fine alla mia routine di risultati.
Mi spiace constatare che questo sarà l'ultimo dei ricordi alla Corrinsieme, ufficialmente annullata nell'anno 2014 e che mi ha donato sempre soddisfazioni e inizi di stagione estiva culminati in ottime maratone autunnali, una tradizione ormai per me anche se quest'anno non avrei potuto prenderne comunque parte.
Un altro pezzo di atletica in una parte di terra che in fondo mi appartiene, che ho girato in lungo e in largo, la Calabria e gli amici che lì ho lasciato.

In questi momenti ti volti indietro, trovi anche il tempo per leggere, letterature interessanti, continuare ad arricchirti per farti una cultura personale dello sport che in fondo mi ha fatto crescere pian piano con tanti significativi episodi.

Ti volti indietro nel passato leggendo "Lo Sport del Doping - Chi lo subisce, chi lo combatte" del Prof. Sandro Donati che oggi, a 34 anni non mi scandalizza più di tanto perchè grazie a Dio ho potuto correre con i migliori specialisti al Mondo e tutti gli specialisti italiani contemporanei e del recente glorioso passato alle varie corse su strada, salvo poi leggere per pochi di loro di squalifiche per doping.
Da lì in avanti non mi sarei più sorpreso, al più indignato e consapevole che la strada pulita e fatta di fatica, sempre in salita come vuole il Coach è solo motivo di orgoglio.
Raffrontandomi alle tante trasferte vissute alle gare e parlando con centinaia di persone e podisti di ogni livello, mi farò un'opinione completa e personale su cosa pensa la gente in generale nei riguardi del doping e che ricordi lasciano nelle menti di tali persone i suddetti sportivi finiti nella rete della vergogna.
Consiglio vivamente la lettura di questo libro, specialmente ai giovani ambiziosi di vittorie e li invito, altresì di prendere spunto da veri eroi dello sport, votati al duro lavoro e sacrificio (oltre che ad un immenso talento) come l'immortale Pietro Mennea.

Ti volti indietro e pensi alla decisione presa di passare, poco più che diciottenne, alla SBM Palermo, la gloriosa società di corse su strada palermitana, staccandomi definitivamente dall'area CUS e lanciando il via alla mia indipendenza che a breve mi avrebbe portato a sbarcare presto in Maratona, scelta più che appropriata per uno come me.

A quel punto pensi alla bella esperienza al gruppo sportivo Militare della Marina cui ho conservato nello spirito fantastici ricordi e ti rendi conto che a La Spezia allenava sul Campo il Prof. Leporati che non conoscevo per nulla se non per la fama di essere l'allenatore del Grande Campione Stefano Mei.
Leggendo il libro scoprirò che il Prof. Leporati è più che un allenatore, un animo nobile dello sport e che sarebbe stato motivo di orgoglio se mai avesse allenato anche me, un ragazzino ancora acerbo capace di correre tanti chilometri senza timore.
La questione viene comunque chiusa lì perchè in realtà lo sbarco in Maratona, l'esordio a Venezia e l'innamoramento alla distanza saranno frutto della volontà Coach Lamberti che spero quanto prima di abbracciare, una fusione tra animi del Sud che amano la corsa, e mai tornerei indietro a tale decisione.

Tutto il resto sarà merito del mio Coach attuale che da anni si scervella proponendomi allenamenti sempre nuovi e stimolanti, da lui ho imparato molto, quasi tutto.

Il passato recente, infine è il Violettaclub ed i suoi 8 anni irripetibili, dal 2005 al 2012, mi rendono parte di una famiglia che sento costantemente dedita unicamente e nobimente, ai veri valori sportivi.

Ma la voglia di andare avanti è insita in me, devo molto ad Adidas Running così devo un anno di gare alla mia nuova Società cui non ho assunto ancora alcuna identità di atleta...
Ci sarà tempo e modo per raccontare nuove avventure in Grottini Team, ma non devo avere fretta, nonostante abbia bramosia di un ritorno imminente alle gare...
Tale bramosia e la necessità di pazientare non è facile da contenere, figuriamoci per chi mi sta molto vicino ;-)

Il tentativo di rientrare alle gare è stato fin troppo affrettato ma in fondo esaltante e mi ha fatto scoccare nuove scintille in me.
Risolti dopo svariati mesi tutti i maledetti dolori persistenti con buona pace di chi mi invitava frettolosamente a riprendere gli allenamenti, non ho trovato affatto un vasto campo aperto dove sarei tornato magicamente ai miei livelli.

Il lavoro sulla postura si è fatto vedere e sentire...
Era la fine del primo giro, calo vistoso, la vittoria andrà al bravo
Lucio Cimò (Universitas Palermo)
Solo dopo essere riuscito a far passare ogni tensione dolorosa sulla gamba destra, ho potuto notare un discreto alleggerimento negli appoggi che in parte hanno trasferito il peso sulla gamba sinistra.
C'è voluto dell'altro tempo affinchè assorbissi anche i postumi di una infiammazione al piriforme a sinistra e finalmente tornare nuovamente ad allacciare le scarpe da corsa.
Le indicazioni ottenute da poche valide persone, riadattate e scrupolosamente analizzate sulla mia persona, hanno dunque portato qualche risultato significativo.
Il Vice Coach Peppe, ormai un caro amico, mi indirizza sui percorsi di rafforzamento di lombari, dorsali e addominali per non incappare più in problemi legati alla catena muscolo scheletrica.

Erano i primi di giugno quando indossavo per la prima e decisiva volta le Adios Boost ai piedi in una gara ufficiale.
Palermo, le strade del "giardino di casa mia", il Parco della Favorita a me note ma assolutamente non la mia condizione, un banco di prova... per incoscienti come me!
Al via mi porto avanti, partenza dalla Pista di Atletica, percorro come un baldanzoso di belle speranze tutto l'anello in testa per immettermi nel percorso stradale del Parco chiuso alle auto (nonostante le giuste proteste dei cittadini, sportivi e non... meglio non essere di Palermo per capire a cosa mi riferisco).
Ritmi fin troppo frenetici mi portano alle veloci riflessioni ma ero la, in testa a tirare.
Il passo era fin troppo corto e le gambe non si alzavano da terra come negli antichi ricordi.
Qualcosa non andava... fino a che la media non è collassata rapidamente in un bagno di acido (lattico).

Poco oltre metà gara il ritiro per manifesta "esplosione", leggera rabbia quanto ragionata interiormente e mille sacre emozioni dentro, fatica, sconforto, calore eccessivo, alta velocità nonostante non mi sentissi ancora a posto con i residui di dolore.

Altro tempo per riflettere, per assorbire i postumi di una fatica immane e via nel tentativo di tornare a calcare con orgoglio la pista.
Diversi giorni dopo, mi rimetto in gioco nella striscia d'asfalto sicuramente da me più battuta della mia vita da Runner, la tanto temuta salita ripida di 100m a "Dallas".
Affronto con mille timori (si tratta di un esercizio di forza, mica di un gioco!) 15 allunghi di tale salita e rimango stupito per la rapidità e completezza d'azione che, insieme ad un'altra giornata di lungo corsa a 3'40"/km, andava lasciando sprazzi della mia vera identità.
Nel mezzo di tali sprazzi di vitalità, tante giornate difficilmente gestite nel cercare di capire quando sarebbe stato il momento di agire...

Ma la speranza era solo effimera in quanto, pur convinto di chissà quale condizione (ma in realtà è insito nel mio carattere "provare" anche le imprese più disperate), torno correndo verso la Pista di Atletica convinto di fare un 1.000m il più vicino ai 2'50" possibile.

Sarebbe stato fantastico ma non dimentichiamoci della salita, quella vera e quella di chi come me vuole pian piano tornare ad affermarsi!
La stanchezza già accumulata non prevale alla voglia di aggredire la Pista così parto a spron battuto senza pensarci, ma le mie convinzioni cozzano su un muro di acidosi che pervade le mie gambe ai 400m... di lì in poi la voglia di fermarmi salta fuori ma riesco a gestire al meglio tutte le cattive sensazioni tutto a un tratto affiorate.
Sarà solo un misero 3'01" ma subito dopo capisco da cosa era stato causato, ragiono su quanto avessi corso sgraziato e seduto e che non avrei potuto pretendere altro.
In parole povere: ero tornato alle vive allucinazioni della corsa che ricercavo ormai da tempo in tutta semplicità!

Il Coach vuole da me un percorso in queste settimane il più costruttivo possibile, in mezzo anche i Circuiti con esercizi di forza e propriocettività ogni 200m e in altri giorni il potenziamento che per un pò vedrà lontani gli attrezzi e che si affiderà alle moltitudini di esercizi che può svolgere la macchina umana sotto il suo peso.

Il prossimo imminente obiettivo è chiaramente quello di completare una gara nel più equilibrato dei modi (la "bravata" è ormai stata fatta ed ha avuto un suo perchè nella mia testa!), ma per fare ciò serviranno alcuni allenamenti che stimolino uno sforzo intenso e duraturo.

Resta comunque la maggiore maturità sviluppata da un lungo stop e le parole del Coach a entusiasmarmi ancor di più: "A quale obiettivo importante possiamo puntare?"
E' prematuro pensarlo, ma è ora di tornare a sognare e sperare!

(Ringrazio Sicilia Running per la foto e Adidas Running per il costante sostengo)

domenica 1 giugno 2014

Adidas Supernova Glide 6 Boost - Trasforma la tua Corsa in Rapide Emozioni

Dettagli Importanti, frutto di un anno di sviluppo dal lancio di Boost!
Adidas Running 2014.

All'esterno dello storico modello compare "Glide Boost" che, se non fosse per l'iconografica scritta "Supernova" all'interno della linguetta, rappresenta un punto di svolta in una scarpa che in tema di continuità e iconoclasticità, è il modello di riferimento per Adidas nel Running.
Da quando rappresento il Brand come Runner, ho seguito lo sviluppo della scarpa molto da vicino, accorgendomi negli ultimi anni che la tendenza ad avere la leggerezza a tutti i costi aveva portato le più recenti versioni ad essere non troppo adatte a macinare lunghissime distanze, preferendo altresì un modello più adatto allo scopo quale la Adistar, ora dotata anch'essa di Boost.

Nel 2013 Adidas introduce la mescola innovativa ed esclusiva "Boost" e da quest'anno anche sul modello di punta della casa tedesca, Supernova Glide, segnando un punto di svolta per questo storico modello.

Il punto di partenza per Boost, è stato, come ben noto, rappresentato dal lancio del modello "Energy" che ha in fondo aperto il nuovo corso, all'insegna di una maggiore ammortizzazione laddove i modelli Adidas sono stati da sempre molto reattivi in spinta, perfettamente calzanti e ben stabili.
Il modello Energy Boost ha comportato ampie discussioni, essendo una scarpa molto polivalente e collocabile a metà strada tra la categoria "A3 - Massimo Ammortizzamento" ed "A2 - Intermedie".
Contestualmente la mescola Boost ha fratturato l'utenza con discordanti opinioni sintetizzabili dal mio personale utilizzo per oltre il migliaio di chilometri, affermando che decisamente l'intersuola non può fare miracoli ma agevolare il rendimento della propria corsa... si.

Correre, per chilometri e chilometri... grazie alle Supernova Glide Boost
Teniamo conto che i modelli vanno seguiti tutti e che, grazie ad Adidas Italy, ho potuto testarne altri, tra cui Sonic Boost (A2 - Intermedia) ed Adios Boost (A1 - Ultraleggera), concludendo che Boost reagisce diversamente a seconda dello spessore e dell'ampiezza dell'intersuola utilizzata.

Per chi non è molto vicino al mondo del Running e delle calzature sportive e vuole iniziare a correre, chiarisco che l'intersuola rappresenta il "cuore pulsante" della scarpa da Running, ovvero è lo strato di mescole plastiche (volgarmente dette) utilizzate dalle varie aziende applicate tra la tomaia e la suola, generalmente in vari strati o con vari accorgimenti ammortizzanti, al solo fine di rendere protettiva, reattiva e duratura nel tempo e con l'avanzare dei chilometri la scarpa da Running.

Adidas è stata la prima sul mercato, grazie a Boost, a rendere uniformità di ammortizzazione, reattività e durata su tutta la lunghezza della scarpa sportiva, con maggiore durata allo schiacciamento, (decisamente) maggiore reazione alla spinta a terra ad ogni passo ed una indeformabilità agli agenti atmosferici più minacciosi della scarpa quali il freddo ed il caldo estremo (da -20°C a +40°C) rispetto alle mescole tradizionali.

Il tutto, grazie alla costante ricerca ed a Boost, senza bisogno di applicare nessun'altro elemento ammortizzante.

Questa lunga premessa è d'obbligo e serve a presentare nel migliore dei modi la novità - Supernova Glide Boost, una A3 - Massimo Ammortizzamento pura!

Dettaglio di Boost al tallone e la  Tomaia più morbida, comoda e
priva di cuciture più che mai!
INTERSUOLA

Entra in scena Boost con la sua caratteristica conformazione a sfere di energia aggregate e pronte a reagire con altrettanta energia ad ogni passo!
La Glide, quindi, effettua il salto di qualità ed evolvendosi rispetto ad Energy in un modello tutto nuovo e disegnato per avere il massimo del Comfort.

Aprendo una parentesi, il paragone della Glide con Energy Boost calza appieno in quanto è stato l'argomento di maggiore discussione del 2013: "Energy è una A3 o una A2?", lasciando alquanto numerosi dubbi.
Nella riproposizione della Energy Boost 2 (vedi il wall accanto sul blog), sono d'accordo nel lavoro che i tecnici di Adidas hanno dato nel lasciare pressochè inalterata la struttura della Energy - Icona Boost - con il quale è stata lanciata la materia prima delle Intersuole Adidas di punta nei prossimi anni a venire.
L'unica e impercettibile quanto interessante modifica alla suddetta scarpa, è stato l'allargamento della tomaia sulla punta, rendendo più comoda la calzata e adattabile alla propria misura di riferimento.
Resterà comunque una calzata molto stretta e avvolgente, in pieno stile "Maglia a compressione" Techfit.
Si avrà a disposizione quindi una scarpa molto agile e tanto reattiva, capace di rendere più soffice l'appoggio al terreno rendendo la corsa molto più rilassata che con le solite scarpe in EVA.
Energy rappresenta quindi una scarpa tuttofare che consiglio ad atleti di peso leggero-medio che vogliono utilizzarla anche in gare di lunga distanza o per allenamenti molto dinamici quali interval training, ripetute lunghe o fartlek. (parentesi Energy chiusa)

Elementi e caratteristiche che hanno portato inevitabilmente ad una proposizione di una scarpa, la Supernova Glide Boost, soltanto lievemente similare nell'Intersuola alla Energy e realizzata unicamente per soddisfare le esigenze degli aspiranti maratoneti desiderosi di macinare chilometri su chilometri ;-)

Una volta calzata la Glide Boost, si nota immediatamente quanto sia morbida e accomodante, tant'è che nell'immediato ho notato una tipologia di calzata un po più abbondante del solito, specie in zona tallone e tendine d'achille, senza mai avvertire la sensazione di distacco dal piede.

Una volta allacciata, ci sente avvolti con estrema sicurezza e si avverte tutta la comodità della tomaia.
Tolti i vecchi presidi ammortizzanti ed utilizzando Boost a tutta lunghezza, si è semplificato il lavoro di realizzazione della scarpa mantenendo contenuto il peso che è di 295 grammi (per la versione "media"), qualche grammo in più rispetto ad Energy Boost ma significativo.
Boost misto ad EVA nell'intersuola donano stabilità e reattività
Il differenziale tra tallone e avampiede si sente più alto rispetto alla Supernova Glide 5 e tutto ciò ne va a vantaggio della meccanica di corsa adatta anche a chi corre con passo breve e radente.

In zona mediale, invece, è stato fatto il lavoro migliore, ricavando ampiezza e rigidità superiore che, grazie al Torsion System esteso in larghezza, rende la scarpa correttamente rigida e reattiva nella fase di pronazione del piede (ovvero la rotazione dello stesso nel momento della fase di appoggio al terreno e di transizione tra tallone e avampiede) rendendo la corsa più morbida.

Boost è presente e si sente sin dai primi passi, che quando sono lenti esprime maggiore ammortizzazione, ma quando ci si riscalda e si inizia a correre davvero la musica cambia, in meglio!
L'effetto ammortizzante si avverte nell'immediato, uniformemente dal tallone fino al mesopiede, con una sensazione di comodità in zona mediale, ma una volta raggiunto il proprio ritmo sembra che la scarpa non voglia poggiare per terra aiutando il piede a compiere un minor sforzo per reagire all'appoggio.
E' difficile spiegarlo a parole ma si ottiene maggiore reattività quando ci si impegna, è la sensazione che avverto.

In conclusione, si può quindi affermare che la scarpa rientra pienamente nella categoria delle A3 - Massimo Ammortizzamento e che definirei con esattezza una Reattivammortizzante.
La Supernova Glide Boost ti porta lontano per tutti i chilometri che vuoi, e mai cede ad un passo pesante.

TOMAIA
Correre è la migliore espressione che può esercitare la macchina umana

Sembra proprio che il concetto "zero cuciture" si sia ormai impadronito di ogni modello Adidas Running.
La Tomaia è in Mesh soffice, morbido e leggero, a trama larga nei punti di maggiore traspirazione richiesta e ben protetti da un corpo unico facente parte di tutto l'avvolgimento dell'avampiede, per una sensazione di protezione e leggerezza impareggiabili.
Le alte temperature estive, ricche di umidità, della Sicilia mi hanno trovato spesso in forte disagio se una tomaia non traspira bene e la Supernova Glide Boost ha risposto alla grande, con ottime capacità di asciugatura.

La cura e la scelta dei materiali è stata sempre di primaria importanza ed ora più che mai, specie per un modello così importante, faro della categoria Massimo Ammortizzamento.
La particolare allacciatura piatta, permette una presa più ferma mentre la linguetta particolarmente imbottita protegge al meglio tutta la parte del collo piede.

Grazie alla pianta un po più allargata del solito, le dita dei piedi restano in pieno comfort, anche quando saranno stanche di spingere al terreno dopo molti chilometri.
E' un concetto molto importante e deve essere in possesso in piena regola di una scarpa della categoria A3 in quanto è facile che si possano generare le classiche vesciche ai piedi (o blisters) causate dal continuo sfregamento con la tomaia.

Come detto, l'imbottitura continua anche nel tallone e caviglia ben protetti, molto semplicemente.
Il segreto di una allacciatura tanto contenitiva lo danno come sempre le Tre Strisce che donano inoltre supporto all'arco plantare, proteggendolo.
E l'aver allargato leggermente l'intersuola in Boost proprio in zona mediale è stato, ripeto, un'ottima idea.

Pur essendo presente il loghetto "Mi" del Micoach, non esistono più le fessure interne all'intersuola per poter riporre il sensore del MiCoach Pacer che potrà essere agganciato comunque ai lacci tramite un supporto in plastica già fornito in confezione.

Suola in Gomma Continental
Torsion System Esteso e
Boost a tutta lunghezza!
SUOLA
Gomma Continental su tutta la scarpa ed il problema è risolto!

Il grip come sempre è ottimo, la mescola dura nel tempo, si consuma uniformemente ed il design ormai ricalca tutti i modelli Boost, adatti ad un uso prevalentemente su strade asfaltate o su leggero sterrato.
Rispetto alla Energy Boost la suola in gomma Continental da maggiore sicurezza quando si corre su superfici bagnate o scivolose come sull'erba e sui sanpietrini o lastroni lisci delle strade di paese.

Su Pista il divertimento è assicurato, grazie alla ottima allacciatura ed alla presa sul Tartan impeccabile, una scarpa nata per andare dritta alla meta!

Non mi sento di consigliarla per una corsa di Trail totalmente off-road in quanto sono presenti elementi semi-rigidi come il Torsion System (quindi scivolosi sulle pietraie) ed è assente la caratteristica principale di una scarpa da Trail quale la suola artigliata e totalmente gommata.

CONCLUSIONI
Prezzo aggressivo per una A3 ammortizzante leggera, resistente e che va anche bene al maratoneta medio dalle 3h30' in su, ottima durata di tutti i materiali scelti, di prim'ordine, un modello che ad oggi ha raggiunto il Top grazie all'impareggiabile tecnologia Boost che funziona sempre meglio quando fate funzionare le vostre gambe!
Come?
Con le motivazioni, con la voglia di fuggire, con il desiderio di rilassarsi, tutti i giorni, nella più sana e motivante passione che possiate scegliere, la CORSA!

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)
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