41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo

41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo
Un Sogno Ad Occhi Aperti...

venerdì 26 novembre 2010

New York City Marathon 2010 - Dal Punto di Vista degli Elite

New York City.

Ormai la New York City Marathon è finita da un pezzo, ma quel che rimane di essa sono principalmente i ricordi vissuti.

A fine agosto quando ero già avanti con la preparazione ricevetti l'invito ufficiale come Elite e di lì un poco le cose cambiarono... in meglio!
Le motivazioni si moltiplicarono assieme alla voglia di far fatica o correre chilometri, semplicemente perchè quando si vivono grosse difficoltà si deve avere il coraggio di reagire, di far uscire il meglio di se stessi, sempre e comunque.

Il mio arrivo a New York City avvenne comunque largamente prima dell'evento - Maratona, potendomi ambientare con la massima serenità e disputando addirittura la bella Poland Spring Marathon Kickoff.
Se penso che tutto questo era stato progettato quasi un anno fa nei minimi dettagli ed in grandi linee sono riuscito a realizzarlo completamente, non riesco ancora a capacitarmi di tale fortuna sono riuscito a condividere con molte ed importanti persone che contano nella mia vita...

Il GRAZIE è dunque rivolto al "Manager" d'oltre Oceano Giuseppe Vicari ed a tutta la sua famiglia allargata a fratelli, figli e nipoti che con la loro ospitalità, gentilezza, simpatia e passione per questo sport mi hanno permesso di presentarmi al meglio negli ultimi giorni di scarico pre-gara.

Quello che non so spiegare è ciò che poi avvenne non appena misi piede all'Hilton, quartier generale del New York Road Runners per l'evento.
L'accoglienza eccellente di David e sua moglie e la sistemazione in camera accesero in me qualcosa di concreto, forse fino a quel momento celato dentro: ero appena diventato un Elite nell'Olimpo dei Maratoneti più forti al Mondo!
Se ero partito da Palermo con un profilo molto basso, anche in relazione degli incerti allenamenti ma forte del sostegno che Coach, Società e pochi Amici mantenevano costante nei miei confronti, una volta ambientatomi in questo Harem da sotto i 3'00"/Km mi si accese quel fuoco che non ero riuscito fin'ora ad innescare.
Mi iniziai a convincere che non era una follìa impostare il ritmo di gara attorno i 3'20"/Km (nonostante per mesi il mio fisico ignorasse di cosa stessi argomentando) e che sfruttando appieno compagnie, freddo e prima parte di gara scorrevole si sarebbe potuto fare...
E così fù, la scelta vincente...

Ma sono convinto che qualcosa che NON avevo in corpo di colpo uscì fuori, in quegli ultimi giorni!

I giorni seguenti erano un susseguirsi di continue conoscenze, prevalentemente di stampo americano (come preferisco) e appariva normale sia per me che questi grandi campioni da poster o copertina di riviste scambiare quattro parole con il sottoscritto.

Inarrivabile Meb (grazie di tutto Meb!) ed il suo Coach Larson, un connubio vincente.
Li scoprii quel martedì dell'ultima settimana, quando sia io che Meb ci incrociammo a Central Park ad eseguire l'ultimo lavoro pre-maratona, ovvero delle banalissime ripetute.
Meb era atteso dal suo Coach e da un'altra persona, così come si dovrebbe sempre fare quando si segue il proprio allievo.
Avrò successivamente il piacere di ascoltare il Sig. Larson, uomo sempre calmo e competente, ed incontrarlo ogni mattina a colazione!

Stesso modus operandi del team di Ritzenheim, seguito in tutto e per tutto dal Coach Salazar e da altri due membri del suo team, visto all'opera il giorno prima della maratona con diversi esercizi di stretching e allunghi vari.
E' di uso frequente filmare l'azione dei propri atleti per cercare di correggere ogni possibile difetto.
In pratica si viene a creare un tale feeling tra Coach ed allenatore quasi a creare un connubio inscindibile...

Family...
Sono Campioni inarrivabili, i migliori atleti di sempre ma sono pur sempre uomini, anzi Grandi uomini, capaci di essere anche padri affettuosi con le loro mogli o con i loro figli...
I miti che ho sempre visto ai primi posti delle classifiche prendevano corpo in persone normali come me, come chiunque altro con un connubio vincente: calma e serenità.
Un modello di vita di gente che è riuscita a fare dell'atletica la propria professione senza lasciarsi andare a proclami di onnipotenza, sempre persone con i piedi ben saldi per terra!

Uno dei ricordi più bello me lo lascerà "l'ultimo arrivato", Mattew Dowinin...
Classico atleta magro, aggressivo in foto, dai grandi tempi e dal capello sempre corto o rasato a zero; mi aspettavo un serissimo professionista, magari poco propenso al dialogo.
La persona che andrò a conoscere sarà un uomo semplice con il quale troverò subito sintonia in camera ed in ogni appuntamento riservato a noi atleti Elite.
Matt ha rappresentato per me una preziosissima guida, introducendomi a tutti i suoi colleghi di corsa da serio professionista, con quel sorriso da sereno padre di famiglia, sorseggiando lentamente un caffè americano corretto con del latte...
Grazie a lui ho superato lo scoglio del difficile ambientamento con un Mondo nuovo, inesplorato ma tanto tanto accogliente.

Da quel 44th piano dell'Hilton ho trovato solo gente dello Staff talmente cordiali e interessati alla mia storia personale, capaci di soprassedere alle mie non infrequenti pause ed incomprensioni linguistiche ;-)

Correre le ultime 3 mattine prima della gara con Abderrahime Bouramdane...
Il noto campione marocchino, esperto attaccante ad ogni maratona ha cadenzato i trequartini di lungo ad un discreto ritmo raccontandomi il suo stato d'animo, leggero come la sua corsa.
Poi in gara non farà proprio benissimo, ma girarmi Central Park rigorosamente su asfalto con lui mi ha permesso di conoscere una persona simpatica ed affabile.

Vivere le ultime ore del pre-gara, massima tensione?
Assolutamente no!
Ci tenni con tutto il mio volere di stare insieme al pezzo di famiglia che era venuto a trovarmi e con tutto il resto di amici che ormai sentivano imminente il Colpo di Cannone.
Un saluto a tutti i Vicari che avrebbero gareggiato o no, al "Principe" Toni, a Tito, Teo ed il suo gruppo di amici, a Corrado e... peccato che Francesco non era presente!

Cosa accadrà l'indomani con pettorali dei cari amici Loredana e Gaspare... me lo tengo per me ;-)

Via di ritorno in camera, ancora con Matt quietamente sdraiato a vedere la TV, e subito a letto.
La mattina, secondo i rigori del briefing del sabato, tutto già pronto e sistemato, colazione con pane e calma, tanta calma...
Di li in avanti, pochi ed intensi ricordi, interpolati dalle emozioni vissute in gara e come copertina il sole che da lontano sorgeva su un cielo limpidamente azzurro in linea con l'immenso Ponte di Verazzano...

A parte le tante keniane in giro, al solito riesco ad esprimermi con le atlete di lingua anglosassone come la simpatica Kathie Mc Gregor (autrice di una formidabile gara) e la danese Anne-Sofie Pade Hansen grazie alla quale ho riempito un vuoto di contenuti che altrimenti non avrebbe avuto fondo, in quella serata di Gala del dopo Maratona.

...Il colpo che non mi aspettavo (oppure si?), proprio la serata di Gala...
Quando i Vicari's and Friends avevano impiattato una festa in famiglia del dopo Maratona all'insegna del pieno divertimento con sottotitoli... in lingua sicula(!), io mi trovavo con onore invitato alla gran serata di riconoscimenti dei grandi vincitori della Maratona corsa poche ore prima.
Vedere atlete ed atleti di spicco con abiti eleganti in una lussuosa Villa in pieno centro di New York zona Lexington Av. (circa) faceva un certo effetto.
Purtroppo il mio mentore Matt era andato via con un volo diretto verso la sua famiglia (bravissimo ragazzo, continuo a confermarlo) immediatamente dopo la Maratona con il rammarico di non averlo potuto ringraziare di persona...
Almeno nel dopo - gara ero riuscito a complimentarmi con lui!

Lasciandomi da solo, ero in balìa del nulla con così tanti atleti con i quali non riuscire a scambiare alcun che, tranne che con qualche membro del NYRR.
Fortuna volle che mi trovai, una volta entrati nell'immenso salone elegante del lusso, a chiedere di sedermi vicino alla bella Anne-Sofie con la quale iniziò un bel dialogo, a tratti rallentato dal mio impacciato inglese, grazie al quale passai una lietissima serata cadenzata dai toni pacati di chi ha vinto tanto, dai Campioni, ai Manager, agli Organizzatori, al sottoscritto!

Con Anne-Sofie capirò che l'atletica d'Elite dei non professionisti non era solo Filippo Lo Piccolo, ma anche una solida quanto determinata atleta che si diverte alternando il suo lavoro con la corsa, proprio come me, e scambiandoci tante impressioni comuni a chi deve impiegare il suo tempo nel modo migliore, tutti i giorni.

Il lunedì dopo la maratona, l'ultima colazione con i più forti, l'ultimo saluto al grande Campione Meb ed il ritorno, dal 34th piano della mia stanza piena di ricordi ed anche di persone care che erano venute a trovarmi, nel luogo più congeniale a me per tanti altri giorni nonchè quartier generale di noi atleti italiani che finalmente si sarebbero potuti godere con maggior tranquillità il gusto intenso della Big Apple.

martedì 23 novembre 2010

Maratona di Palermo, correre nella mia Città, in mezzo alla mia Gente

E' con immenso piacere che per la prima volta esporto un mio racconto nel blog di una persona sincera amante di questo splendido sport, la Corsa.

Antonio Capasso, è stato un immenso piacere conoscerti di persona e il tuo gruppo che hai convinto (con la FORZA vista la tempra che hai :-) a correre la Maratona o la Mezza Maratona è stato davvero molto entusiasta di aver vissuto questo fine settimana nel caldo di Palermo.

Davvero coinvolgenti, siete un esempio positivo per tutto il movimento podistico!

Di seguito il racconto sul suo blog che vanta un grande seguito di lettori appassionati.

21 nov 2010 Palermo - la Maratona di Palermo raccontata da un Campione...

Il lunedì seguente, giorno 22 novembre, il Giornale di Sicilia, a firma di Rosario Mazzola (che ringrazio pubblicamente) mi dedica un servizio che credo chiuderà questo periodo positivo.
Molto emozionante ricevere mezza pagina di giornale, non sarà facile ripetersi ma ci proveremo, ancora una volta...

(Ringrazio il Trinacria Palermo per la foto di gruppo)

sabato 20 novembre 2010

41° ING New York City Marathon - Primo Tra Gli Europei

07 Novembre 2010

Il fatidico Marathon Day è iniziato con la sveglia obbligatoria delle 05:45 (cambio di orario incluso).
Per qualcuno sarà anche il giorno del proprio compleanno da festeggiare...molte migliaia di numeri dietro di me, e sarà una delle poche persone che viaggeranno nei miei pensieri il giorno della gara.
Poche persone, ma preziose da un certo punto in avanti, solo avanti...

Da quel momento è iniziato un conto alla rovescia cadenzato da un cronoprogramma del'organizzazione NYRR tanto dettagliato quanto preciso nel cadenzare ogni attimo del nostro avvicinamento al momento del fatidico colpo di cannone.

Al mattino, ore 06:30 precise (con te o senza di te) siamo tra gli ultimi a partire, su pullmann scortati dal NYPD; prima di salire rigoroso controllo dei chip (uno per ogni scarpa) e dei pettorali (avanti e dietro) correttamente spillati sulla maglia da gara.
La quiete delle strade illuminata da un tiepido sole basso mattutino fa presagire una giornata perfetta e senza nubi all'orizzonte, resta il dubbio di quanto freddo potrà fare.

Con me nel pullmann semivuoto un giovane, anzi giovanissimo ragazzo del New Jersey con il quale inizio a scambiare qualche parola in inglese ma lui mi risponde in Italiano: è Chris Pannone, del NYAC (New York Athletic Club nel Centro di Manhattan).
Ancora un ragazzino, a dispetto della mia ormai veneranda età degli over 30, mi racconta tutte le sue speranze e convinzioni di correre sotto il proprio personale di 2h 18' (eccellente) proprio nel difficile percorso di New York.
Non potevo che pensare fra me e me: "Notevole!"
Ma ero con i piedi piantati a terra, secondo il mio audace schema che tenevo in mente e con tutti i suoi piani di riserva, A, B, C, D...

La verità è che da quando avevo messo piede all'Hilton entrando nell'olimpo degli Dei di Maratona (ed a questo dedicherò un racconto a parte), poco alla volta mi ero sempre più convinto di poter fare meglio di quanto mi era paventato nella testa; in più negli ultimi giorni la caviglia aveva dato cenni di grande miglioramento e proprio il giorno della gara riuscivo a correre in piena efficienza e spinta su entrambe le gambe.
La settimana di scarico aveva dato i suoi frutti, tutte le mattine alle 08:00 ad attendere nella Hall dell'Hotel il buon Abderrahime Bouramdane, forte atleta del Marocco tra i grandi favoriti.

Vivere gli ultimi giorni del pre-gara con un Uomo di tale semplicità come Matt Downin cui ringrazio di aver potuto condividere tali attimi, mi ha portato quella quiete ed ambientamento finale che forse difficilmente avrei trovato in un terreno, quello dell'Elite Mondiale, mai vissuto prima.

Il clima era molto freddo, e l'ambiente scoperto di Staten Island con a pochi passi il Ponte di Verazzano sullo sfondo dei miei passi di riscaldamento portava frequenti folate di vento freddo.
Ma per me la decisione era perentoria (conoscendo i miei "bollenti spiriti"): indossare unicamente la Maglia Adidas Adizero Mana creata apposta per l'evento.
L'organizzazione, impeccabile, ci chiama a consegnare le borse ed iniziamo l'avvicinamento alla linea di parteza.
Siamo pochissimi, mi guardo attorno, li conosco tutti ormai!
I Sub-Elite, con gli amici Tiberti ed Achmuller (caro amico di tante battaglie in Maratona), ci seguono da dietro ma partiranno dalla strada con percorso parallelo al nostro.
Ultimi "Good Luck" reciproci e ormai via verso le telecamere...

I minuti dell'attesa prima del via con i vari allunghi, stretching, svestizione finale dell'abbigliamento da consegnare pochi attimi prima del via, saranno i più lunghi che ricorderò.
Con essi la presentazione dei migliori 5 atleti... davanti il nulla, dietro una massa di persone incredibilmente incalcolabile...

Pochi attimi dopo l'Inno Nazionale e le poche parole della Presidentessa Mary Wittemberg, sotto i miei occhi ed il "Colpo di Cannone!"
Tale era l'enfasi del botto che siamo stati presi tutti di sorpresa a partire!
Questa volta non sentirò nemmeno una nota di "New York, New York" di Frank Sinatra per quanto sarò già avanti...

Le gambe girano, per i Grandissimi il Verrazano Narrows Bridge è fase di studio: quanto freddo fa, quanto vento tira (trasversalmente) ed è anche il momento per qualche fuga per la vittoria di qualche metro, ma poi si comincia a fare sul serio...
Ma... quanto sul serio?
Mi mantengo costantemente in seconda ruota, non voglio togliere il palcoscenico a nessuno, ma resto lì, inquadrabile a vista di tutto il Mondo trasmesso sulla Televisione, meno che per la RAI.
Considerando che l'Italia ad oggi è la Nazione straniera con più alto numero di partecipanti alla Maratona più importante al Mondo, decidere di togliere agli utenti del Servizio Pubblico un tale evento mi ha lasciato sbigottito... (e non aggiungiamo altro).
Riesco a percorrere con i migliori tutte le due miglia del Ponte, fino alla sua fine, regalandomi probabilmente una decina di minuti da assoluto protagonista, con i più forti...
Prima o poi avrò una copia registrata di questa Maratona? Spero di si...

Al termine del ponte Haile e gli altri iniziano a correre più seriamente e per me inizia la mia gara.
Tutti gli Elite di grido restano incollati al gruppone, io preferisco continuare del mio passo più consono alle difficoltà del percorso finchè non vengo raggiunto da un gruppetto capitanato dal Messicano Odilon Cuahutle Rojas che viaggiava di ottima lena, attorno i 3'20"/Km.
Assieme a me si alternano diversi atleti che per la prima parte di gara mi saranno utili compagni, tra cui uno spagnolo dalla parvenza molto fresca, uno svedese ed un paio di etiopi di stanza negli Stati Uniti con i propri clubs o College.

La strada per i primi 15 Km si mantiene molto percorribile senza grossi strappi ed il frastuono della gente della Downtown si fa sentire assordante.
In questa fase pochi i tifosi italiani che mi potevano incitare, si vedevano quasi esclusivamente comunità e bandiere sudamericane, specialmente quelle Messicane.
Tutti a fare il tifo per questo formidabile atleta quarantenne, Cuahutle, anch'egli Elite che macinava chilometri davanti con notevole disinvoltura.

Io ero molto concentrato, ma nel contempo rilassato.
Se nel 2009 all'esordio scelsi di godermi il pubblico a discapito di qualunque altro risultato, quest'anno, sentito il peso della responsabilità, avevo scelto di correre concentrato con me stesso, interagendo il meno possibile con il pubblico o forse solo nel finale di gara.

Vista la splendente giornata, sono risultati fondamentali gli Occhiali da Sole Adidas Adizero L con lente LST Polarized nei quali mi sono calato in un autentico stato d'animo interno, quieto e solitario, leggendo continuamente i messaggi che il mio corpo mi inviava.

Quella mattina erano solo messaggi positivi: mai una giornata così azzeccata, il freddo che per molti è stato un ostacolo finalmente per me si traduceva in una risorsa organica insostituibile dato che sudavo appena qualche goccia!
Finalmente non avevo l'esigenza di bere sempre e comunque e la muscolatura era salva da crampi o crisi organiche, bastava qualche goccia (gelida) ogni tanto tra i molteplici ristori presenti ad ogni miglio per far passare la sete.
L'incognita sarebbe stata la traballante (o non perfetta) preparazione iniziata verso fine agosto quando la caviglia e tanti altri problemi stavano pian piano procedendo verso la pacifica conclusione: avrei avuto la forza muscolare necessaria per affrontare le ultime miglia, le più impervie?
Sicuramente quella forza, interiore, c'era e lo avvertivo!

Raggiunti verso il 15° K altri concorrenti andati in fuga solitaria realizzando un 10K d'effetto, si procede con un cadenzare perfetto ma sempre sul piede dei 3'20"/Km.
Il tifo della gente rendeva sostenibile tale andatura e non c'era strada dove si potesse ascoltare la propria voce tanto era il frastuono e l'entusiasmo che faceva apparire la gente!
Tutto questo accelera il proprio cammino e la gara scorre via con inaspettata celerità.

Sono in tre avanti che dettano il ritmo e nell'avvicinarsi alla Mezza Maratona sfruttano ogni salita o discesa per incrementare il passo.
Inizio a stentare, fatico a stare attaccato, ma non sento una crisi...
Molti altri componenti del gruppetto si staccano e poco prima dell'Half Marathon dopo alcune curve dislivellate rimaniamo proprio in quattro.
Il passaggio alla Mezza Maratona è silenzioso, si passa per il Pulaski Bridge, si abbandona il Queens...
Guardo il Cronometro: 1h 10' 20", ottimo tempo per me!

Questo momento appare decisivo per le sorti della mia Maratona: quei tre continuano in un forcing davvero difficile da gestire e bastano pochi chilometri per vederli allontanare, dopo un altro piccolo incremento di ritmo da parte loro...
Entro in leggera crisi per starci appresso e non perdere la loro scia ma devo mollare, il K 25 è alle porte così come l'ingresso più affascinante e spettacolare di tutta la Maratona: il Queensboro Bridge, il Gigante di metallo.
Mancano quasi 10 miglia, inizia il conto alla rovescia...

Al curvone del Queensboro mi attende come da sua indicazione Giampiero Vicari che mi urla con tutta la sua forza "Forza Filippo, Forza Palermo!" con il conseguente effetto-eco su tutta la lunghezza del ponte, già parzialmente attraversato.
Raggiungo un corridore keniano più in crisi di me e ne approfitto per fare il punto della situazione: afferro la borraccia personalizzata che avevo consegnato al sabato e trovo l'integratore gelido, la barretta energetica attaccata con il nastro adesivo dura come la pietra...
Fa freddo ma sento il bisogno di mangiarla, un poco alla volta!

C'è silenzio intorno a me, mi preparo ad una scarica d'adrenalina che dovrò sfruttare...
Poco prima di iniziare la parte in discesa vedo accostato sul bordo del ponte il Campione Europeo di Maratona, lo Svizzero Roethlin e penso...
..."Forse potrei essere primo europeo?"...
Mi ritrovo d'animo, inizio ad uscire dal ponte e mi godo lo spettacolo: entro a Manhattan e nella doppia curva larghissima un boato di gente... da brividi per l'emozione!

Se in Maratona normalmente mi riserbo un solo colpo da sferrare per riuscire a cambiare ritmo o iniziare una progessione, beh, quel momento doveva essere quello seppur parecchio lontano dall'arrivo!
Sento una forza impressionante dopo aver pennellato quelle tre curve che immettono nella First Av. ed ero solo...
Inizio ad avvertire una tifoseria sempre più partecipe nei miei confronti.
La bandiera italiana cucita sul petto, il logo "Sicily" stampato sulla Maglia Adizero Mana creata per l'occasione si combinano a meraviglia con i due pettorali fornitomi dall'organizzazione.
Già avere addosso il proprio Cognome restituiva non poca soddisfazione.

Come godevo nel sentire il mio Cognome storpiato: lopiccòlo, 'lpicclo, loopicolo, ecc... ma gridato con l'entusiasmo di chi ti vuol fare solo andare avanti.
La First è lunghissima ma non contenevo la mia irruenza: si parte ad incrociare la 60th strada e affrontavo i blocchi con l'animo del guerriero, convinto di raccogliere vittime per strada, qualcuna ogni tanto la trovavo.
Il primo fra tutti uno di quei etiopi che erano scappati avanti a me da quel gruppetto... era solo una grande motivazione.
Si arriva in fondo alla strada, verso la 110th incontro Giovanni Vicari che mi vede all'ultimo, sarà per la prossima volta il Gatorade!

Il 30th K si avvicina: il Willis Av. Bridge non è tappetato di arancione ma si va forte lo stesso, inizio a raggiungere qualche concorrente femminile.
Corro sempre convinto, costante, ormai solo sorpassi, peccato essere in fuga solitaria.

Un fugace saluto ai ragazzi del Bronx, questa volta "Respect" e pugno sul petto con i ragazzi della zona ed inizio ad entrare in scena.
Il Giapponese di punta è stato già raggiunto con estrema facilità: come scoppiare inspiegabilmente dall'alto del suo 2h08' di PB

Si entra nella Fifth Av. zona calda...
Finalmente gli Italiani hanno il sopravvento e per me questa fase risulta fondamentale: ogni urlo di incitamento mi fa volare avanti ma la meccanica non è più efficiente...
Iniziano ad insorgere vari problemi tra i quali il solido alluce rigido che mi impedisce la spinta, ma io provo a rilanciare lo stesso l'azione!

Ormai mancano solamente 5 Miglia alla fine, ripenso alla gara della Poland, inizio ad incitare me stesso, così come lo fanno gli spettatori sulle strade!
Non posso credere di essere ancora così in condizione, dopo tutto ho realizzato una preparazione incompleta e nemmeno tanto solida in Palestra, ma sono ancora a lottare con me stesso.
Ripenso alla bufera di Cagliari ed alla crisi di caldo accaduta nell'ultimo lavoro di 24 K assistito dall'amico Gaspare... chissà cosa starà facendo in gara...
Penso ai pochi amici che ho, a Francesco che non ho potuto salutare la sera prima, alla mia famiglia, momenti decisivi.

Dopo poche centinaia di metri passo un giovane, mi volto ed è Chris Pannone!
E' saltato purtroppo, faccio di tutto per portarlo con me ma non reagisce in viso minimamente...
Come mi dispiace, davvero, ma l'azzardo alle volte si paga, e caro!

Finalmente il curvone artificiale di gente, si entra a Central Park, come tutte le ultime mattine, strade che ormai conosco bene.
Mi tuffo ad ogni discesa, mi arrampico ad ogni lunga salitella, le conosco a memoria, raggiungo un primo atleta, poi un altro.
La strada è sempre più impervia perchè le gambe sono stanche ma non il cuore e l'animo.

Raggiungo altri due opponents a vista: uno africano, l'altro lo raggiungo dopo una salitella difficile.
Era proprio quel Messicano protagonista della prima fase!
Lo passo in tromba e manca poco meno di 1 Miglio...

Gli italiani a Central Park sono la maggioranza si sa, ma mi colpisce quando uno di loro urla il mio nome di battesimo, si! Mi conosce bene!
Mi volto con tutta la carica che ho dentro e lo indico, vado avanti.
Si esce nuovamente da Central Park, ci si reimmette sulla Fifth per farti raggiungere il curvone dell'ingresso da Columbus Circle.
Punto con lo sguardo da lontano il palazzo della Time Warner che svetta su tutti, ma in realtà aspetto il momento fatidico di ricevere gli applausi del pubblico.
Il timore che il piede mi tradisca con quel crampo c'è eccome e provo a mantenere rilassata la gamba.
La paura di fermarmi per un crampo, la maledetta beffa che rovina tutto, sempre più lontana quanto si avvicinava il Palazzo dalle doppie Colonne a forma di pettine...
Come al solito Podisti.net immortala i passaggi ed anche quest'anno l'immagine raffigura lo stato d'animo.
Già esultavo, non vedevo l'ora di arrivare e finalmente ero sicuro del risultato acquisito, buono a spanne.
I soli 400m per entrare nuovamente nel Parco, iniziare la fila di bandiere schierate ed individuare la mia, forse Primo Europeo nella testa!
Affronto la salitella con le ultime forze, provo ad individuare qualcuno nel pubblico ma è impossibile scorgere mia sorella o gli amici, poi rallento e mi godo la festa:

2h 23' 10" - 20° Posto - 1° Europeo!
La sequenza come al solito e rigorosamente ogni 5K:
16'56" (5K) + 16'38" (10K) + 16'41" (15K) + 16'29" (20K) + 16'54" (25K) + 16'39" (30K) + 17'25" (35K) + 17'40" (40K) + (7'48") (42,195K)
Prima Half: 1h10'20"; Seconda Half: 1h12'50"

Giancarlo Colombo per Omega/Fidal mi scatta qualche foto, ma la Federazione reputerà giusto non citarmi tra le sue notizie nel Sito Online...

Segno della Croce, bacio a terra, ed esultante come non mai, in maniera elegante, contenuta ma soddisfatta.

L'assistenza della Maratona è subito da me, contento ma senza sapere quanto.
I minuti dopo la gara ritrovo i vari amici, Hermann, Tito, Chris, Mattew e ricevo i complimenti di Franca Fiacconi...
Che giornata memorabile!
Grandissimo anche Francesco Duca (Violettaclub), con il suo 32° posto in 2h27'48".
Hermann secondo italiano (ma per il Manager è Tedesco ;-) ed un fantastico 29° posto in 2h26'52"
La Doccia del post-maratona non si dimentica mai, ti rilassa, mi vesto e salgo al 44th piano dell'Hilton a vedere la Classifica.

Leggo Ventesimo Assoluto, urla di gioia con Mario Fesi del Giro podistico Internazionale di Castelbuono, lì presente.

Una grandissima giornata, tanti anni di sacrifici ripagati e la gioia di aver portato la mia Terra ai vertici d'Europa nella Maratona più Bella ed Entusiasmante del Mondo.

(Grazie a Podisti.net per le Foto ed agli spettatori che mi hanno scattato bellissime immagini condividendole GRATUITAMENTE tramite Flickr.com)

giovedì 4 novembre 2010

New York City Marathon is Coming, Be Faster!!!

New York City, giovedi' 04 Novembre.

Il fatidico giorno 7 si avvicina, e sento sempre piu' carica la responsabilita' dell'evento.

Ormai la Citta' si e' affollata di turisti, tutti Runners, la maggior parte italiani.

Ho avuto fin'ora la possibilita' di allenarmi bene grazie al Team Terra Mia di New York City (da non confondere con la quasi omonima agenzia italiana che cura eventi sportivi) ed alla ospitalita' dei Vicari.

Dopo essermi facilmente ambientato al clima ed alla vita frenetica cittadina, mi sono immediatamente buttato sotto gli allenamenti fino a giorno 31 ottobre il mio compleanno!

E son 31 anni a suon di gare!

Ho corso la Poland Kickoff Race di 5 miglia alla media di 5'o7".

...non temete, intendevo al miglio, che tradotto in lingua italiana coincide con 3'11"/Km.

Non male considerando il considerevole carico di allenamenti e chilometri accumulati nelle ultime 3 settimane di lavoro.
Anche se sono conscio di poter essere capace di fare meglio, una volta tornato a pieno regime!

Intanto correre a Central Park diverte ma e' tremendamente difficile con i suoi continui saliscendi spaccagambe!

Non riesco a descrivere l'emozione vissuta per il mio Birthday Day quella mattina!

6.000 persone iscritte alla manifestazione in rigoroso ordine e silenzio, specie quando si e' cantato l'inno nazionale americano prima del via.

Gia' mi tremavano le gambe... era una garetta e provavo sensazioni ormai sconosciute...
Al via seguire la testa del gruppo, avanti un pickup tutto luci e lucette colorate di Bianco-Rosso-Blu, emozionante!

Ma a tutta senza sosta, anche perche' il vincitore ha davvero corso bene.

Per me un ultimo allenamento in 25'37" e seconda uscita al pomeriggio.

Martedi' 02, infine, un lavoretto veloce di 10 x 500m (R.1') incontrando Meb Keflezighi a Central Park, e correndo con lui un paio di volte sulla scia dei 2'50"/Km.

Adesso si respira aria di grandissimo evento e la gente di New York non vuole altro.

Sento parecchio la responsabilita' addosso ma non voglio essere da meno, faro' il meglio possibile con testa e criterio.

Giovedi' 04 ho avuto la grande fortuna, grazie ad Adidas Italia, di assistere al Media Event e Press Conference di Haile Gebrselassie, il favoritissimo della vigilia.
Sua Maesta' Haile ha presentato le Adizero Adios Personalizzate con i colori dell'Etiopia e una grafica che richiama al suo mirabolante WR di 2h 03' 59".

E' stato veramente emozionante, parlare con lui e ricevere un suo autografo!

Conoscere quanto lavorano bene gli uomini di Adidas e' sempre molto interessante, specie per lo sviluppo del MiCoach che adesso annovera ben 56 tipi di allenamento differenziato, non male!

Questo e' il meglio vissuto in questa settimana Newyorkese, spero in altri aggiornamenti, altrimenti, ci vediamo domenica 7!

Bye!

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)
PRONTI A PARTIRE...